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MANIFESTO CONGRESSO
CURARE PER GUARIRE IN PSICHIATRIA

Roma.
Hotel Hilton Cavalieri
19-23 febbraio 2002

VII Congresso Nazionale della Societa' Italiana di Psicopatologia (SOPSI)

IL CONGRESSO ON LINE
VENERDI' 22 FEBBRAIO 2002 - REPORT DELLA GIORNATA
 
Disturbi di personalità: comorbidità e dimensionalità

 

I relatori, da diversi punti di vista e con approcci talvolta differenti hanno dibattuto su un tema difficile, soprattutto in campo clinico e terapeutico: i disturbi della personalità.
Un leggero rammarico per quanto riguarda l'incalzante ritmo di lettura della relazioni di cui la velocità serrata rendeva difficile l' “assorbimento” dei numerosissimi ed importanti punti trattati. Un tempo davvero incalzante, peccato per il pubblico forse un poco penalizzato, ma comunque molto attento. Tutti i relatori hanno insistito sulla difficoltà di trattamento di una patologia così complessa con elevati percentuali di comorbidità e sul ruolo fondamentale nella terapia dell'alleanza terapeutica. Un ampio spazio è stato dato alla scelta e all'utilizzazione di strumenti di valutazione pre e post-terapia, indispensabili per meglio proporre tecniche di intervento terapeutico. A diverse riprese e dai diversi relatori è stato posto l'accento sull'importanza di terapie integrate e/o sequenziali per questo tipo di pazienti che spesso presentano una moltitudine di patologie e problematiche.
Il prof. Fava suggeriva di prevedere il percorso terapeutico molto individualizzato, con sequenze diverse, attraverso differenti tecniche e strategie. Il suo messaggio, chiaro e condiviso dal prof. Andreoli era di scomporre i diversi “ingredienti”, per trattare a tappe problematiche diverse, insistendo sull'importanza di non bloccarsi su una sola e possibile scelta terapeutica
Purtroppo il tempo, troppo breve per un tema così complesso è stato nemico, impedendo di approfondire concetti ed aree che necessitavano più spazio.
Non banale l'apporto del prof. Andreoli soprattutto nell'insistere su una suddivisione all'interno di un disturbo di personalità borderline:

  1. Borderline puro, intendendo con questo termine un disturbo senza altre comorbidità
  2. Borderline complesso.

Necessita di essere citato il modello del prof. Carta e della dott.ssa Gardiner sulla base della loro esperienza clinica-psicoterapica in un servizio pubblico di Monza.
Entrambi mettono in evidenza l'importanza della valutazione in senso psicodinamico dei soggetti candidati ad un trattamento, al fine di meglio adattare diverse tecniche di intervento: dalle tecniche cognitive a quelle supportive ed espressive. Passano velocissimamente in rassegna la procedura e i diversi strumenti di valutazione utilizzati, tra cui l'intervista “RAP” e lo CCRT (Core Conflictual Relationship Theme di Luborsky), quest'ultimo volto alla valutazione sia del processo terapeutico che degli esiti. Continuano velocemente con una sintetica spiegazione della loro scelta teorica ( psicoterapia analitica ad orientamento supportivo-espressivo), presentandoci in seguito i loro campioni clinici. Anche loro, come del resto gli altri relatori, hanno insistito sull'importanza cardine, con questo tipo di pazienti, alla costruzione, in una prima fase della terapia, dell'alleanza terapeutica.
Interessante la scala dell'alleanza terapeutica con un punteggio da 1-5.
Il tempo tiranno, ha impedito alla dott.ssa Gardiner di dettagliarci un secondo studio passato velocemente sullo schermo. Da citare anche il “manuale” degli interventi del terapeuta di Horowitz”, come la Scala di Luborsky sull'indice degli andamenti della componente supportivo-affettiva.
Il prof. Fava ci ha presentato uno studio di follow-up da 2 a 14 anni su 132 pazienti con disturbo di panico associato ad agorafobia, trattati con tecniche comportamentali e cognitive, basata soprattutto sull'Esposizione. Dal suo studio è emerso quanto la persistenza dei disturbi di personalità sia associata ad una prognosi più sfavorevole. Introducendo il concetto di “fattori positivi di personalità” e di benessere psicologico, ci ha parlato di una terapia mirata alla promozione del benessere psicologico (“Well-being Therapy”), da associare alla farmacoterapia e a tecniche cognitivo-comportamentali.
Da citare ancora la relazione del prof. Fassino sui disturbi di personalità e del comportamento alimentare. Oltre ad analizzare le caratteristiche di personalità delle pazienti anoressiche e/o bulimiche e il notevole legame tra queste due patologie, il relatore si sofferma a sottolineare l'alta probabilità nei disturbi del comportamento alimentare di un disturbo di personalità associato.
Lo strumento di valutazione utilizzato, il Temperament and Character Inventory somministrato a 343 persone, tra anoressiche, bulimiche e controllo, ha permesso loro di mettere in evidenza alcune caratteristiche di personalità. L'anoressica è caratterizzata da bassa ricerca della novità, alto esitamento del danno, alta persistenza e bassa autodirettività e la bulimica da alta ricerca della novità, alto esitamento del danno e bassa autodirettività. L'anoressica Binge-Purging è caratterizzata invece da un profilo intermedio tra le due.
La brevità del tempo a disposizione ha impedito un ulteriore approfondimento e discussione degli argomenti.
 

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COLLABORAZIONI

Dato l'alto numero degli avvenimenti congressuali che ogni anno vengono organizzati in Italia e nel mondo sarebbe oltremodo gradita la collaborazione dei lettori nella segnalazione "tempestiva" di congressi e convegni che così potranno trovare spazio di presentazione nelle pagine della rubrica.
Il materiale concernente il programma congressuale e la sua presentazione scientico-organizzativa puo' essere mandato via posta elettronica possibilmente in formato WORD per un suo rapido trasferimento online

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