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Domenica 28 dicembre 2003

  • I LIVELLI DI CORTISOLO NEI BAMBINI POSSONO ESSERE UN SEGNO DI RISCHIO DI DEPRESSIONE
    Child’s Cortisol Level May Signal Depression Risk - Psychiatry On Line
    Persone che secernono una eccessiva quantità di cortisolo, ormone dello stress, in concomitanza di situazioni stressogene possono avere un rischio più elevato di sviluppare depressione, poiché lo stress è stato strettamente correlato con l’insorgenza della depressione, e gli adulti con depresione maggiore possono avere livelli di cortisolo elevati. Ma esiste un particolare profile di secrezione di cortisolo durante l’infanzia, che rappresenti un marker biologico per una predisposizione alla depressione? Pare possibile che i dati provenienti da ricerche preliminari suggeriscano…
    http://www.mdlinx.com/PsychLinx/theaarts.cfm?artid=807439&specid=7


  • CINQUANT’ANNI DELLA DOPPIA ELICA ED IL SUO IMPATTO SULLA PSICHIATRIA
    Fifty years of the double helix and its impact on psychiatry - Australian and New Zealand Journal of Psychiatry
    Conclusioni: Il campo della genetica psichiatrica è divenuto una delle più vitali e produttive aree di ricerca psichiatrica. Nuove scoperte vengono continuamente alla luce, avvicinandoci sempre più alla comprensione di questo complessi disturbi ad un livello molecolare. Questa conoscenza potrebbe condurre a migliori trattamenti farmacologici, screening di richio individuale, fino ad una riduzione della stigmatizzazione dei disturbi psichiatrici…
    http://www.mdlinx.com/PsychLinx/theaarts.cfm?artid=801027&specid=7


  • FATTORI PREDITTIVI IN INFANZIA ED ADOLESCENZA DI DEPRESSIONE MAGGIORE NEL PASSAGGIO ALL'ETA' ADULTA
    Childhood and Adolescent Predictors of Major Depression in the Transition to Adulthood
    Helen Z. Reinherz, Sc.D., Angela D. Paradis, B.A., Rose M. Giaconia, Ph.D., Cecilia K. Stashwick, B.A., and Garrett Fitzmaurice, Sc.D.

    SCOPO: L'identificazione di fattori predittivi di depressione maggiore nella transizione verso l'età adulta trova applicazione diretta nella prevenzione e negli interventi atti alla prevenzioneb in questo periodo ad alto rischio. Lo studio in corso ha identificato nell'infanzia e nell'adolescenza fattori familiari e comportamentali-emozionali predittivi di depressione in questo periodo critico di evoluzione.
    METODO: I 354 partecipanti facevano parte di una coorte single-age da una comunità prevalentemente costituita da una classe lavoratrice prevalentemente caucasica il cui sviluppo psicosociale è stato seguito dai 5 anni. In queste analisi, i dati raccolti durante l'infanzia e l'adolescenza erano correlati a diagnosi di depressione maggiore in un'età compresa tra i 18 ed i 26 anni.
    RISULTATI: Durante il passaggio verso l'età adulta, 82 partecipanti (23.2%) sono stati affetti da depressione maggiore. Gli indicatori bivariati di depressione successiva comprendevano una storia familiare di depressione o di abuso di sostanze, la composizione familiare, ed ambienti familiari in infanzia percepiti come violenti e mancanti di coesione. Significativi sono stati anche i comportamenti all'interno del nucleo familiare autoriportati e riferiti dalla madre, così come sintomi ansiosi e depressivi autoriferiti.
    Le analisi a multivariabili hanno dimostrato come violenze familiari, problemi durante l'adolescenza, e scarsa coesione familiare siano i più rilevanti fattori.
    CONCLUSIONI: Questi risultati mettono in luce il fatto che fattori predittivi familiari e comportamentali-emozionali possano essere utilizzati come foci per identificare i giovani che necessitano di interventi.

    http://ajp.psychiatryonline.org/cgi/content/full/160/12/A46

  • AUMENTO DEL CSF NELLA REGIONE SUBARACNOIDEA SENZA APPARENTI DEFICIT DI MATERIA GRIGIA CORTICALE: EFFETTI MODULATORI DI SESSO ED ETA'
    Increases in Regional Subarachnoid CSF Without Apparent Cortical Gray Matter Deficits in Schizophrenia: Modulating Effects of Sex and Age
    Katherine L. Narr, Ph.D., Tonmoy Sharma, M.D., Roger P. Woods, M.D., Paul M. Thompson, Ph.D., Elizabeth R. Sowell, Ph.D., David Rex, B.A., Sharon Kim, B.S., Dina Asuncion, Seonah Jang, B.S., John Mazziotta, M.D., Ph.D., and Arthur W. Toga, Ph.D.

    SCOPO: Gli autori hanno osservato gli effetti modulatori del sesso biologico e dell'età su diminuzioni locali di materia grigia corticale ed aumenti di CSF subaracnoideo in 25 pazienti con schizofrenia cronica e 28 soggetti sani come gruppo di controllo.
    METODO: Sono stati utilizzati metodi di pattern-matching per misurare le proporzioni locali di materia grigia corticale e CSF subaracnoideo a migliaia di localizzazioni della superficie corticale in ogni soggetto usando immagini di risonanza magnetica ad alta risoluzione. L'analisi del componente principale ha ridotto i valori di proporzione del tessuto ottenuti ad ogni punto della superficie corticale ad un punteggio per ogni soggetto. I punteggi provenienti dall'analisi del componente principale sono stati usati come variabili dipendenti in una analisi statistica che includeva diagnosi, età e sesso come variabili predittive. Per rivelare più cambiamenti locali nelle proporzioni di tessuto, le differenze statistiche riguardanti la materia grigia ed il CSF sono state messe a confronto con ogni localizzazione sulla superficie e mappate in tre dimensioni.
    RISULTATI: L'analisi del componente principale ha rivelati i più importanti effetti di diagnosi, età, sesso per gli aumenti di CSF osservati nei pazienti schizofrenici, in pazienti maschi, ed in associazione con l'età. Sono inoltre state osservate interazioni significative quali diagnosi-età, diagnosi-sesso e diagnosi-sesso-età, che rivelano un incremento di CSF in pazienti maschi di età più giovane. Mappe statistiche hanno dimostrato un aumento locale di CSF subaracnoideo in associazione con gli effetti sopra citati. Per le misurazioni sulla materia grigia, si sono osservati solo maggiori effetti in relazione con l'età.
    CONCLUSIONI: Aumneti specifici localizzati di CSF dei solchi e subaracnoideo avvengono durante l'età adulta e si presentano prematuramente in pazienti maschi schizofrenici. Riduzioni della materia grigia corticale mostrano effetti dovuti all'età, ma sono al di sotto della soglia di significatività nella schizofrenia.

    http://ajp.psychiatryonline.org/cgi/content/abstract/160/12/2169

Domenica 14 dicembre 2003

  • ZIPRASIDONE PER LA DEMENZA NEI PAZIENTI ANZIANI: CASE REWIEW
    Ziprasidone for Dementia in Elderly Patients: Case Review - Journal of Psychiatric Practice

    Il trattamento di pazienti anziani con disturbi comportamentali correlati a demenza e psicosi correlata a depressione pone un importante problema, considerando la fragilità complessiva di tali pazienti e la polifarmacoterapia che cui sono sottoposti per disturbi medici concomitanti. Questa serie di casi descrive l’uso dello ziprasidone, un nuovo antipsicotico atipico, in tre pazienti fragili ed anziani, ricoverati in ospedale per disturbi del comportamento secondari a malattia correlata a demenza, dopo che il trattamento impostato ha fallito, fino a causare l’aggravamento dei sintomi o l’insorgenza di effetti collaterali intollerabili…

    http://www.mdlinx.com/PsychLinx/theaarts.cfm?artid=796640&specid=7

  • NUOVI TENTATIVI PSICOTERAPICI NEI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE
    Emerging Psychotherapies for Eating Disorders - Journal of Psychiatric Practice

    I disturbi del comportamento alimentare sono malattie molto serie, con sequele mediche e psicologiche importanti, e, nel caso dell’anoressia nervosa, con una mortalità significativa. Le psicoterapie più frequentemente applicate, quali la terapia cognitivo-comportamentale e la terapia interpersonale sono efficaci per molti pazienti con disturbi dell’alimentazione. Comunque, questi trattamenti falliscono nella remissione a medio e lungo termine in un sostenuto numero di pazienti. C’è la necessità di nuovi approcci psicoterapici per pazienti con disturbi del comportamento alimentare. Gli autori propongono una revisione di tre nuovi e prometteni approcci psicoterapici per tali disturbi….

    http://www.mdlinx.com/PsychLinx/theaarts.cfm?artid=796638&specid=7

Lunedì 1 dicembre 2003

  • Caratteristiche cliniche, osservazione di 4 anni, e Classificazione secondo il DSM-IV di pazienti con psicosi non affettiva acuta remittente

    Clinical Characteristics, 4-Year Course, and DSM-IV Classification of Patients With Nonaffective Acute Remitting Psychosis - Ramin Mojtabai, M.D., Ph.D., M.P.H., Ezra S. Susser, M.D., Dr.P.H., and Evelyn J. Bromet, Ph.D.


    Gli autori hanno esaminato le caratteristiche cliniche e una durata di malattia di 48 mesi di casi di psicosi non affettiva acuta remittente ed hanno definito la classificazione di questi casi secondo il DSM-IV. Metodo: I dati sono stati desunti dal Suffolk County (N.Y.) Mental Health Project, durante uno studio di pazienti al primo ricovero con disturbi psichiatrici ricoverati in strutture psichiatriche tra il settembre 1989 ed il dicembre 1995. Gli autori hanno messo a confronto caratteristiche demografiche e cliniche, una durata di 48 mesi, ed uno studio longitudinale di diagnosi di 16 pazienti con psicosi non affettiva acuta remittente, definita dall’esordio dei sintomi nell’arco di 2 settimane o meno e da una durata di meno di 6 mesi, con quelle di 26 pazienti con altre psicosi non affettive remittenti. Risultati: La psicosi non affettiva acuta remittente aveva un decorso benigno distintivo – il 46% dei pazienti ebbe una completa remissione nei 48 mesi di follow-up, confrontati con il 14% dei pazienti con altre psicosi remittenti. La psicosi non affettiva acuta remittente  era inoltre associata a minori sintomi negativi rispetto alle altre psicosi remittenti. In un follow-up della durata di 24 mesi, solo il 6% dei pazienti con psicosi non affettiva acuta remittente, confrontato con il 77% dei pazienti con altre psicosi remittenti, hanno ricevuto una diagnosi di ricerca di schizofrenia o disturbo schizoaffettivo, mentre al 44% dei pazienti con psicosi non affettiva acuta remittente, a confronto con il 12% dei pazienti con altra psicosi non affettiva cuta remittente, e stata fatta diagnosi residuale di disturbo psicotico non altrimenti specificato. Conclusioni: La psicosi non affettiva acuta remittente è una condizione altamente distintiva ma non adeguatamente classificata. Una miglior definizione della psicosi non affettiva acuta remittente nella diagnostica attuale potrebbe portare ad una migliore comprensione di questa condizione migliorare l’applicabilità di metodi diagnostici nei paesi in via di sviluppo, dove tali condizioni sono più comuni che nei paesi industrializzati... http://ajp.psychiatryonline.org/cgi/content/abstract/160/12/2108

  • IL DISTURBO D’ANSIA DA SEPARAZIONE DURANTE L’INFANZIA UN FATTORE PREDITTIVO PER DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO ED AGORAFOBIA NELL’ADULTO? UNO STUDIO LONGITUDINALE DI SETTE ANNI
    Is Childhood Separation Anxiety Disorder a Predictor of Adult Panic Disorder and Agoraphobia? A Seven-Year Longitudinal Study - Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry

    Questi risultati mettono in discussione l’ipotesi che il SAD (Disturbo d’ansia da separazione) sia un fatore di rischio specifico per il disturbo da attacchi di panico ed agorafobia nell’adulto…
    http://www.mdlinx.com/PsychLinx/theaarts.cfm?artid=783778&specid=7

Lunedì 24 novembre 2003

  • DEPRESSIONE UNIPOLARE CON STORIA FAMILIARE DI DISTURBO BIPOLARE: CORRELAZIONI CON LO SPETTRO BIPOLARE
    Unipolar depression with bipolar family history: Links with the bipolar spectrum - Psychiatry and Clinical Neuroscience

    Le osservazioni suggeriscono che il Disturbo Depressivo Maggiore (MDD) Unipolare con familiarità per Disturbo Bipolare (UP+BPFH), manifesta molti segni di bipolarismo, e che potrebbe quindi essere compreso nello spettro bipolare. Il MDD Unipolare con storia familiare di Disturbo Bipolare avevano una frequenza significativa del 20% all’interno del gruppo con MDD Unipolare, a sostegno dell’utilità clinica di questo sottotipo di depressione. La definizione di tale sottotipo di MDD basato sulla familiarità per Disturbo Bipolare potrebbe avere implicazioni nel tratamento…http://www.mdlinx.com/PsychLinx/theaarts.cfm?artid=779552&specid=7

  • DIABETE MELLITO IATROGENO: IPERGLICEMIA DOVUTA AD ANTIPSICOTICI ATIPICI
    Drug-Induced Diabetes Mellitus: Hyperglycemia Due to Atypical Antipsychotics - U.S. Pharmacist

    Gli antipsicotici atipici (AAP) offrono notevoli vantaggi rispetti ai farmaci antipsicotici tradizionali, poiché possiedono una più ampia efficacia e minor frequenza di sintomi extrapiramidali concomitanti (EPS) e di discinesia tardiva (TD). Essi sono stati utilizzati diffusamente in ambito psichiatrico per schizofrenia, disturbo bipolare, rischio suicidiario associato alla schizofrenia, ed agitazione acuta, così come per sintomi non psicotici associati a demenza nell’anziano. Ma..… http://www.mdlinx.com/PsychLinx/theaarts.cfm?artid=778782&specid=7

Lunedì 17 novembre 2003

Risperidone depot per la schizofrenia

Depot risperidone for schizophrenia (Cochrane Review)

http://www.update-software.com/abstracts/AB004161.htm

ABSTRACT

Presupposti: Il risperidone è il primo antipsicotico di nuova generazione ad essere reso disponibile come iniezione long-acting.        

Scopo: Esaminare gli effetti clinici del risperidone depot in persone affette da schizofrenia e psicosi schizofreno-simile.

Metodo di ricerca: Abbiamo  cercato nel Registro del Gruppo Cochrane sulla Schizofrenia (dicembre 2002), consultato tutti gli studi ivi inclusi, e contattati l’industria e gli autori degli studi inclusi.

Criteri di selezione: Trials clinici randomizzati che hanno messo a confronto risperidone depot con altri trattamenti in persone affette da schizofrenia e/o psicosi schizofreno-simile.

Raccolta ed analisi dei dati: Due esaminatori hanno, indipendentemente passato in rassegna citazioni e/o abracts, riviste, hanno riesaminato e valutato i risultati, ed estratto i dati.

Per dati dicotomici, abbiamo calcolato il rischio relativo (RR), l’intervallo di confidenza del 95% (CI), e, quando opportuno, il numero richiesto da trattare (NNT), sulla base dell’intenzione al trattamento.

Per dati continui, abbiamo calcolato le differenze medie pesate (WMD.

Risultati principali: Uno studio (n=400) ha messo a confronto risperidone depot e placebo, ma il 65% dei soggetti non hanno completato lo studio nei tre mesi, rendendo la maggiorn parte dei dati sullo stato globale e mentale inutilizzabili. Il risperidone depot confrontato con placebo non modificava notevolmente i livelli di ansia (n=400, RR 0.58 CI  da 0.32 fino a 1.05), ma poteva ridurre l’agitazione (n=400, RR 0.60 CI da 0.39 a 0.92). Il risperidone depot non aveva un’influenza sostanziale sulle allucinazioni (n=400, RR 1.23 CI da 0.47 a 3.22) ma i sintomi psicotici erano diminuiti (n=400, RR 0.52 CI da 0.33 a 0.83, NNT 9 CI da 7 a 0.26).

La discrepanza era maggiore per il gruppo placebo rispetto alle persone cui era stato somministrato risperidone depot (n=400, RR 0.74 CI da 0.63 a 0.88, NNT 6 CI da 4 a 12). Effetti avversi severi furono comuni (dal 13 al 23%) ma significativamente maggiori nel gruppo placebo (n=400, RR 0.59 CI da 0.38 a 0.9, NNT 11 CI da 7 a 70).

Le scarse relazioni, comunque, rendono questi dati difficili da interpretare. Disordini del movimento erano ugualmente frequenti in entrambi i gruppi (n=400, RR 2.38 CI da 0.73 a 7.78) sebbene sembri che dosi crescenti di depot favoriscano disordini del movimento. Uno studio (n=640)  ha messo a confronto l’uso di risperidone depot con risperidone per via orale per persone stabilizzate con un livello di malattia relativamente lieve.

Per i risultati complessivi non c’era una chiara differenza tra il gruppo depot ed il gruppo orale (n=640, RR “no global improvment” 1.06 CI da 0.92 a 1.22). Le misure dello stato mentale erano anch’esse simili tra i gruppi.

Complessivamente, in questo studio la compliace è stata soddisfacente (n=640, RR<4 iniezioni o “violazione del protocollo maggiore” 1.16 CI da 0.81 a 1.67). Effetti avversi sono stati scarsamente riportati ma oltre la metà di entrambi i gruppi ha riportati alcuni effetti avversi (n=640, RR 1.04 CI da 0.91 a 1.18).

Conclusioni degli esaminatori: Non ci sono dati affidabili che sostengano l’affermazione che il risperidone depot porti beneficio alle persone affette da schizofrenia. Per persone ragionevolmente stabili può significare che si può ovviare alla necessità di somministrazioni orali regolari, ma gli effetti avversi non sono ben documentati. Per persone con uno stato di malattia più severo, i benefici evidenti sono pochi, sebbene possa aumentare la compliance con inizioni  maggiormente rispetto a placebo. L’uso di risperidone depot, specialmente a dosi crescenti può forse essere correlato a disordini del  movimento.

Sono necessari studi ben documentati, randomizzati, e saldamente fondati nella pratica clinica per stabilire in modo completo gli effetti di questo nuovo preparato.

Citazioni: Hosalli P, Davis JM. Depot risperidone for schizophrenia (Cochrane Methodology Review). In: The Cochrane Library, Issue 4, 2003. Chichester, UK: John Wiley & Sons, Ltd.

Screening per la depressione nella medicina di base con due domande verbali: studio a sezione trasversale -

Screening for depression in primary care with two verbally asked questions: cross sectional study - Department of General Practice and Primary Health Care, Faculty of Medical and Health Sciences, University of Auckland, PB 92019, Auckland, New Zealand, 2 Department of Psychiatry, University of Auckland

http://bmj.bmjjournals.com/cgi/content/full/327/7424/1144

ABSTRACT
Scopo: Determinare l’accuratezza di due domande verbali nello screening per la depressione.    Metodo: Criteri di sezione trasversale in uno studio di validazione standard.
Setting: 15 centri di medicina generale in Nuova Zelanda.
Partecipanti: 421 pazienti consecutivi che non assumevano psicofarmaci. Principali misure dei risultati font-weight:normal'>: Sensibilità, specificità, ed indici di probabilità delle due domande confrontate con l’intervista diagnostica computerizzata composta internazionale.
Risultati: Lo screening a due domande ha mostrato una sensibilità e specificità del 97% (intervallo di confidenza 95%, da 83 a 99%) e del 67% (dal 62 al 72%), rispettivamente. L’indice di probabilità per un test positivo era 2.9 (da 2.5 a 3.4) e l’indice di probabilità per un test negativo era 0.05 (da 0.01 a 0.35). Complessivamente, il 37%(157/421) dei pazienti è risultato positivo allo screening per la depressione.
Conclusioni: Due domande verbali per lo screening per la depressione sarebbero utili a rivelare la maggior parte dei casi di depressione nella pratica medica generica. Le domande hanno il vantaggio della brevità. Poiché un trattamento è auspicabile allorchè i medici pongono la diagnosi, queste domande possono avere anche una maggiore utilità.

Venerdì 7 novembre 2003

  • Il litio migliore del Divalproato nel mantenere basso il rischio di suicidio
    Lithium Better Than Divalproex In Keeping Suicides Down - Psychiatric News November 7, 2003, Volume 38 Number 21

    Conclusioni:
    Il principale farmaco stabilizzatore dell’umore per pazienti con Disturbo Bipolare è significativamente meno efficace nel prevenire il suicidio rispetto al farmaco più vecchio utilizzato per questo disturbo spesso fatale…
    http://pn.psychiatryonline.org/cgi/content/full/38/21/37

    Confronta anche, come related article:
    http://jama.ama-assn.org/cgi/content/abstract/290/11/1467)

  • Uno studio rileva che gli Antidepressivi non favoriscono cicli rapidi
    Antidepressants Don’t Cause Rapid Cycling, Study Finds - Psychiatric News November 7, 2003, Volume 38 Number 21

    Conclusioni:
    i cicli rapidi –così come il rapido virare del tono dell’umore che non incontra i criteri dei cicli rapidi- può essere associato ad una patologia più complessa. Ed il rapido virare può far parte di un sottotipo che non rientra nei criteri del DSM…

    http://pn.psychiatryonline.org/cgi/content/full/38/21/36

domenica 19 ottobre 2003

  • EFFETTI DELLE EMOZIONI NEGATIVE SULLA FREQUENZA DI CORONAROPATIE
    Effect of negative emotions on frequency of coronary heart disease (The Normative Aging Study), American Journal of Cardiology 15 October 2003, Volume 92, Issue 8 Pages 901-906

    Conclusioni: E’ stata osservata una relazione lineare, dose-risposta: i parteciparti allo studio che presentavano i più alti livelli di emozioni negative, hanno presentato la maggior incidenza di coronaropatie… http://www.cardiosource.com/library/journals/journal/article/abstract?acrony



  • ANORESSIA INDOTTA DA FERORMONE IN UN HAMSTER MASCHIO SIRIANO
    Pheromone-induced anorexia in male Syrian hamsters - Am J Physiol Endocrinol
    Metab 285: E1028-E1038, 2003.

    Conclusioni: Queste scoperte portano ad un modello di studio dei meccanismi neuronali ed endocrini che sottolineano che i disturbi del comportamento alimentare…
    http://ajpendo.physiology.org/cgi/content/abstract/285/5/E1028


  • PRESENTAZIONE DI UN CASO: ATTORI DEL SOGNO NEL TEATRO DELLA MEMORIA: IL LORO RUOLO NEL PROCESSO PSICOANALITICO
    Case Report: Dream actors in the theatre of memory: Their role in the
    psychoanalytic process - International Journal of Psychoanalysis Volume: 84
    Part: 4 Page: 945 -- 952

    Conclusioni
    : Viene presentata la storia di un caso clinico in cui l’interpretazione dei sogni ha reso possibile ricostruire emotivamente alcune delle prime esperienze inconsce, non represse, del paziente ed le ha rese pensabili sebbene non fossero in realtà ricordate… http://caliban.ingentaselect.com/vl=17593939/cl=16/nw=1/rpsv/cgi-bin/linker


  • DEPRESSIONE NELLA CURA PRIMARIA
    Depression in primary care - Journal of Community Nursing September 2003, Volume 17, Issue 09

    Conclusioni
    : Un soggetto su sei attraversa una depressione. Dal 40 al 60% dei suicidi sono connessi a depressione ad il 10-15 % delle persone che sono depresse tenta il suicidio. Le statistiche sono convincenti e dovrebbero guidare le politiche per la salute mentale per la cura primaria… http://www.jcn.co.uk/journal.asp?MonthNum=09&YearNum=2003&ArticleID=624

venerdì 10 ottobre 2003

Abuse experiences and psychiatric morbidity in women primary care attenders
http://bjp.rcpsych.org/cgi/content/abstract/183/4/332
The British Journal of Psychiatry (2003) 183: 332-339


Esperienze di abuso e morbidità psichiatrica in donne in cura di base

Informazioni precedenti: Esperienze di abuso in età infantile ed adulta aumentano i rischi di morbidità psichiatrica nelle donne ed indipendentemente aumentano i rischi di ulteriore abuso durante la vita. Non è chiaro quali esperienze siano maggiormente dannose.

Scopo: Stimare la prevalenza durante la vita di esperienze di abuso e morbidità psichiatrica, ed analizzare le associazioni in donne in cura di base.

Metodo: Un’osservazione a gruppi incrociati auto-relazionata di 1207 donne che si trovavano in 13 reparti chirurgici nel quartiere londinese di Hackney (Gran Bretagna). Associazioni indipendenti tra misure demografiche, esperienze di abuso ed esiti psichiatrici sono state stabilite usando una regressione logistica.

Risultati: Abusi sessuali durante l’infanzia avevano poche associazioni con stime di salute mentale, in contrasto con l’abuso fisico.
La violenza sessuale in età adulta era associata con uso di sostanze; lo stupro con ansia, depressione e disturbo da stress post-traumatico ma non all’abuso di sostanze.
La violenza domestica ha dimostrato associazioni le più strette associazioni con la maggior parte delle stime di salute mentale, aggravate per esperienze subite nell’ultimo anno.

Conclusioni: L’abuso in età infantile ed in età adulta ha effetti differenti sulla salute mentale; gli effetti sono aumentati dal fatto che l’episodio fosse recente e dalla gravità dello stesso. Le donne dovrebbero essere interrogate routinariamente sugli avvenimenti e le recenti esperienze così come sull’infanzia.




A web-based screening instrument for Depression and Anxiety Disorders in primary care
http://www.jmir.org/2003/3/e23/index.htm
Journal of Medical Internet Research 2003;5(3):e23.

Uno strumento di screening web-based per i Disturbi di Depressione e di Ansia nella cura di base


Informazioni precedenti: Il Disturbo Depressivo maggiore (MDD) ed i Disordini di Ansia sono comuni ed hanno come risultato sofferenza notevole e perdita economica.
Le persone che soffrono di disturbo depressivo maggiore e/o disturbi d’ansia si incontrano comunemente in ambiente di cura primaria.
Sfortunatamente, la maggior parte delle persone con tali disturbi resta o non trattato, o non adeguatamente trattato; dati recenti suggeriscono che i medici generici falliscono nel diagnosticare fino a metà dei casi di disturbo depressivo maggiore o ansia.
Sono necessari strumenti di screening che aiutino i medici ed altri professionisti a riconoscere e trattare adeguatamente il disturbo depressivo maggiore ed i disturbi d’ansia.
Mentre gli attuali strumenti di screening auto relazionati si sono dimostrati validi ed attendibili, permangono importanti barriere al loro uso diffuso nella cura di base.

Obiettivo: Lo scopo di questo studio è fornire dati per un metodo di screening liberamente utilizzabile, conciso, web-based, autorelazionato per il disturbo depressivo maggiore ed i disturbi d’ansia.


Metodo: Il test web-based su Depressione ed Ansia (WB-DAT) è stato somministrato 193 soggetti che si presentavano per aggiustamento e/o trattamento durante i progetti di ricerca in sviluppo presso il Programma Per l’Umore e l’Ansia ed il Dipartimento di Ricerca Clinica al Centro per la Dipendenza e la Salute Mentale di Toronto, Ontario, Canada.
I soggetti hanno completato lo strumento di screening web-based, e sono stati successivamente intervistati con il Colloquio clinico strutturato secondo il Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali, quarta edizione (DSM-IV) Disordini in Asse I (SCID-I/P). I dati diagnostici ottenuti dallo strumento di screening sono stati quindi confrontati con i dati dal colloquio con la SCID-I/P. La concordanza diagnostica fra diagnosi con SCID-I/P e test su Depressione ed Ansia web-based sono state stabilite usando Coehn’s kappa, sensibilità, specificità, valore predittivo positivo, valore predittivo negativo, ed efficacia.

Risultati: La concordanza variava da accettabile a buona (0.57-0.70) per il disturbo depressivo maggiore, il disturbo da attacchi di panico con o senza agorafobia (PD+/-AG), disturbo da fobia sociale/ansia sociale, disturbo ossessivo-compulsivo (OCD), disturbo d’ansia generalizzata (GAD), e disturbo da stress post-traumatico (PTSD).
Con l’eccezione del disturbo d’ansia generalizzata, la sensibilità (0.7-0.95) e la specificità (0.87-0.97) per le maggiori categorie diagnostiche valutate dal test basato sulla rete per Depressione e Ansia erano buone. La sensibilità per il disturbo d’ansia generalizzata era in parte alquanto più bassa (0.63) ma accettabile. I valori predittivi positivi erano buoni (0.60-0.75) per il disturbo depressivo maggiore, il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo d’ansia generalizzata, e disturbo da stress post-traumatico, e accettabile for il disturbo da attacchi di panico con e senza agorafobia, e per il disturbo da fobia sociale/ansia sociale.

Conclusioni: Questi dati preliminari suggeriscono che il test web-based per depressione ed ansia è attendibile per identificare pazienti con o senza disturbo depressivo maggiore e disturbi d’ansia, disturbi da attacchi di panico con e senza agorafobia, disturbi d’ansia sociale/fobia sociale, disturbo ossessivo-compulsivo, e disturbo da stress post-traumatico. E’ necessaria una ulteriore ricerca su un campione più ampio nella cura di base.

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