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RECENSIONE LIBRARIA ( a cura di Paolo Rossi)

 

IL LAVORO DELLA CURA CON LA PAZIENTE ANORESSICA.

IL METODO INTEGRATO

 

O. Bellini — M. Scarnecchia

Ed. FrancoAngeli, 2002. є 12,00

 

Nella prima parte del libro gli autori mirano a definire l’importanza di considerare la soggettività della paziente anoressica in luogo dell’oggettività della malattia nella presa in carico e nella cura dei disturbi della condotta alimentare. Interessante a questo proposito la suddivisione proposta in tipologie riferite a determinate strutture di personalità: tipologia narcisistica, tipologia nevrotica, tipologia con modalità sintomatiche depressive, tipologia con modalità sintomatiche psicotiche, tipologia con modalità sintomatiche psicosomatiche. Questa caratterizzazione viene utilizzata per diversificare gli orientamenti terapeutici. Viene posta l’attenzione sulla necessità di definire "anoressico" il comportamento delle pazienti, ma di differenziarne le caratteristiche sintomatologiche e le modalità relazionali, al fine di rendere esplicita l’opportunità di rivolgersi all’individuo piuttosto che alla malattia.

Altri capitoli della prima parte del lavoro sono dedicati ai primi incontri con le pazienti anoressiche e con le loro famiglie, corredati da diversi esempi clinici esplicativi, riferiti alle diverse tipologie di pazienti di cui si è parlato sopra.

Riguardo le famiglie, accanto a concetti ormai ampiamente riconosciuti ed accettati, legati alla necessità di intervento multidisciplinare e alle caratteristiche più comunemente individuate sul ruolo dei genitori delle pazienti anoressiche, vengono argomentate considerazioni particolarmente interessanti. Ad esempio considerare anziché il peso dell’assenza della figura del padre, il ruolo dello "sguardo" paterno nello sviluppo e nell’accompagnare i tentativi di ingresso nel mondo adulto della figlia. Viene posta l’enfasi sullo "sguardo vuoto, sull’occhio che non vede se non attraverso l’angoscia degli altri". Di contro lo sguardo della madre non riuscirebbe ad essere uno "sguardo reale" per l’incapacità di mantenere una adeguata distanza dalla figlia.

La seconda parte del libro è dedicata alla tecnica di gestione della crisi, ove per crisi viene inteso l’intero "periodo durante il quale il comportamento alimentare restrittivo messo in atto dalla paziente non serve più a mantenere stabile l’equilibrio della personalità".

Questa seconda parte è essenzialmente clinica, centrata su vignette diverse nell’intento di comprendere almeno le più comuni storie che si possono riscontrare nell’ambito di tali disturbi. Ogni caso presentato viene accuratamente descritto anche nelle tecniche di intervento adottate dall’equipe sulla paziente e sulla famiglia.

Gli ultimi capitoli del libro sottolineano l’importanza di attuare un metodo integrato nella gestione della crisi, puntualizzandone gli aspetti teorici e il senso della richiesta di aiuto così specifica e ricca di aspetti di ambivalenza in queste forme morbose. Infine si distingue la presa in carico ambulatoriale da quella residenziale. Gli autori, pur non nascondendo la loro predilezione per il primo tipo di trattamento allo scopo di non sradicare la paziente dal proprio contesto di vita, sostengono l’importanza di preservare i rapporti con l’equipe inviante nel caso la gravità del quadro clinico renda necessario un ricovero.

Scritto con un taglio di tipo psicodinamico, il libro è curato in modo da coniugare gli aspetti teorici con la clinica, rendendone scorrevole la lettura. In linea con i più recenti principi di tecnica nell’ambito della cura dei disturbi della condotta alimentare, non mancano elementi di novità derivati dalle esperienze degli autori in grado di suscitare momenti di confronto e di riflessione nel lettore.

Oreste Bellini, ricercatore presso l’Università "Federico II" di Napoli, psichiatra e psicoterapeuta, didatta della SIPP, si occupa di disturbi della condotta alimentare da oltre vent’anni.

Mariagrazia Scarnecchia, psicologa psicoterapeuta, didatta della SIPP, è autrice di numerose pubblicazioni e libri.

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