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WORLD HEALTH ORGANIZATION
CARITAS AMBROSIANA

Comune di Milano Settore Servizi Sociali per Adulti Milano

Dopo tre giorni di intenso confronto sulle buone pratiche di salute mentale, ascoltando esperienze e riflessioni da diversi Paesi del mondo, i partecipanti al Congresso “La Cittadinanza è terapeutica” tenutosi a Milano dal 15 al 17 aprile 2002 propongono una

CARTA DI INTENTI PER LA SALUTE MENTALE

A. Crediamo che la cittadinanza terapeutica sia possibile in una città-comunità coraggiosa, che affronta le sfide della presenza di un mondo multietnico, che riflette sulle vite clandestine, sulle vite senza dimora, sulle vite condotte per la strada e segnate dall’abuso di alcool e sostanze stupefacenti, sulle vite spezzate da una solitudine profonda, sulle vite che fuggono da paesi di orribile guerra come a vite che invocano istanze di giustizia, di intelligente solidarietà, di speranza in un futuro possibile e in un senso dell’esistere ritrovato e condiviso.
Pensiamo alla città - comunità come al luogo degli incontri possibili, nella quale ognuno possa “dirsi in mezzo agli altri” e sentirsi parte attiva e riconosciuta di un “tutto”, oltre che individuo.
Una città-comunità in cui l’uomo sia al centro e in cui qualsiasi politica, prassi e pensiero siano orientati alla promozione della salute mentale.
Una città-comunità in cui l’uomo abbia un nome ed un volto unici ed irripetibili.
Questo ci impone di richiamare con forza l’importanza centrale della estensione della democrazia. L’estensione della democrazia all’ovunque dei territori e delle istituzioni è condizione indispensabile all’esercizio della cittadinanza e condizione per lo sviluppo della salute mentale degli individui.
B. Riteniamo che favorire percorsi per la salute mentale coincida con l’estensione dell’ esercizio dei diritti di cittadinanza.
C. Riteniamo che si debba affermare sempre la necessità di coerenza tra due complessità:
1. la complessità delle domande di benessere e di senso espresse da chiunque si trovi a vivere ai margini della città - comunità, ai margini dei diritti, ai margini dell’accesso alle cure, ai margini della libertà non potendo vivere autenticamente desideri, affetti ed espressione piena delle proprie capacità.
2. la complessità delle risposte alle domande di benessere e di senso perché possano: trascendere i limiti dei servizi per la salute e la cura, dei confini geografici e politici, delle burocrazie, delle settorialità del sapere rifiutare la logica della frammentazione e della semplificazione opporsi ad ogni artificiosa separazione tra sociale e sanitario assumere quali soggetti attivi tutti coloro che, professionisti e non, si adoperano affinché la vita di ognuno possa essere pienamente ed autenticamente umana
D. A partire da queste considerazioni noi intendiamo:
1. Affermare con forza che operare per la salute mentale coincide in ogni contesto con la promozione di processi e pratiche di attribuzione di senso e soggettività alle domande di chi spesso invece viene ridotto al silenzio, catalogato e reso anonimo.
2. Valorizzare la differenziazione e la creatività delle risposte mai definitive, mai totalizzanti, mai derivanti da un solo soggetto autocentrato, mai “solo sanitarie” o “solo sociali”.
3. Attivare percorsi di prevenzione primaria in salute mentale, secondo i principi qui delineati.
4. Promuovere processi di de-istituzionalizzazione a tutti i livelli del sistema di cura.
5. Sviluppare modelli di ricerca, formazione e informazione che siano incentrati sulle esperienze concrete coerenti con i principi qui delineati.
6. Contrastare tutte le forme di nuova contenzione e di parcellizzazione dei bisogni.
7. Promuovere lo scambio attivo interdisciplinare delle competenze sociali, sanitarie, istituzionali ed amministrative coinvolte nella promozione della salute mentale.
8. Sostenere una trasformazione evolutiva dei sistemi dei servizi di salute mentale che interagisca con l’intero sistema sanitario
9. Immettere istanze di democrazia e trasparenza nei sistemi di cura sempre pronti a trasformarsi, interrogarsi e validarsi reciprocamente al di là della loro caratterizzazione di appartenenza al servizio pubblico o privato.
10. Incentrare la ricerca della salute mentale sull’esercizio dei diritti di cittadinanza avviando sfide di negoziazione continua, incessante, che mai deve venire meno tanto più quanto i contesti siano difficili, negoziazione, che rappresenta il cuore stesso della democrazia dei rapporti generali e nei rapporti interpersonali.
11. Sottolineare che nessuno può esimersi dall’obbligo di attivare tutti gli strumenti possibili per costruire e ricostruire la pace proprio dove ciò sia più arduo e questo vale per noi nei rapporti tra gli individui, tanto più quanto diversi essi sono, e tra gli stati. Gli organismi internazionali, nazionali e locali hanno questa finalità prioritaria. Non è possibile nessuna salute mentale, se non perseguendo la pace.
12. Attribuire priorità alla costruzione dei diritti riferiti ai bambini e ai sistemi di servizi ad essi destinati.
13. Ribadire la necessità di un’attenzione specifica alla condizione femminile per la costruzione di concrete pari opportunità nel trovare aiuti ed esprimere bisogni.
E. Poggiando su tali fondamenti condivisi, affermiamo la necessità di costruire strumenti amministrativi, giuridici, economici e scientifici che rendano tutto questo non solo enunciato etico ma anche azione.
1. Per raggiungere questo obiettivo, occorre elaborare teoricamente e sperimentare nella pratica dei dispositivi di “ingegneria sanitaria” che sempre più garantiscano il superamento della inaccettabile e caricaturale separazione tra il presunto sapere medico ed il presunto sapere sociale.
2. Occorre promuovere attivamente poteri e diritti dei soggetti deboli, affidati ai servizi o abbandonati dai servizi. Occorre estendere universalmente sistemi di attenzione che si fondino sui principi qui esposti e che consentano un accesso da parte di tutti a sistemi di aiuto.
3. Occorre consolidare quotidianamente una grande alleanza tra sistemi pubblici, Organizzazioni Non Governative, associazioni formali ed informali impegnati in questa prospettiva.
F. In conclusione:
1. Questo documento non intende dare vita ad una nuova rete di sistemi di cura,
ma chiamare tutte le reti ed i soggetti già esistenti a riconoscersi in fondamenti di buone pratiche di salute mentale che abbiamo condiviso in questi giorni a partire dallo scambio di esperienze dal nord e dal sud del mondo.
2. Questi fondamenti comuni vogliono essere un richiamo ai valori e alle ricchezze operative che tutti i paesi – poveri o ricchi che siano – possono apportare alla ricerca e alla tutela della salute mentale in ogni parte della terra.
3. Questi fondamenti vogliono spronarci alla verifica e validazione continua e reciproca della bontà delle nostre pratiche.
Chiediamo all’OMS, che ha favorito il nostro incontro e l’elaborazione di questi fondamenti, di condividere e sostenere la validità e la correttezza del presente documento, facendosi parte attiva nella sua diffusione ed implementazione nel mondo.
Milano, 17 aprile 2002
I firmatari della Carta degli intenti
- Caritas Ambrosiana – Milano – Italia
- Comune di Milano - Italia
- Grégoire Ah ongbonon, responsabile dell’associazione Saint-Camille, Bouaké – Costa d’Avorio.
- Victor Basauri, direttore Centro di Valutazione e Ricerca dei Servizi Mentali, Oviedo – Spagna.
- Willians Valentini, direttore servizi Salute Mentale – Campinas, San Paolo – Brasile.
- Valentín Barenblit, consulente del Programma di Salute Mentale Ops/Oms. Barcellona Spagna.
- Radha Shankar, consulente Chennai – India.
- J.K.T.G. Prematilake, direttore ospedale psichiatrico Angoda. Colombo – Sri Lanka.
- Bassam Al Ashhab, direttore Comunità Salute Mentale – Gerusalemme.
- Hugo Cohen, consulente Salute Mentale organizzazione Panamericana Salute, Washington – Stati
Uniti.
- S. P. Sashidharan, Salute Mentale- Servizio Sanitario Nazionale – Birmingham – Gran Bretagna.
- Fernanda Nicacio, Università di San Paolo – Brasile
- Dainius Puras, professore associato e capo dipartimento di pediatria sociale e psichiatria infantile.
Vilnius – Lituania.
- Jean-Luc Roelandt, direttore Ccoms Centro Frontiere, Settore Psichiatria, Lilla – Hellemmes – Francia
- Franco Rotelli, direttore generale Azienda Sanitaria Caserta 2 – Aversa – Italia
- Angelo Barbato, direttore Dipartimento Salute Mentale Azienda Ospedaliera G. Salvini – Garbagnate
Milanese - Italia
- Luigi Benevelli, psichiatra – Mantova- Italia
- Antonio Guerrini , direttore Dipartimento Salute Mentale – Azienda Ospedaliera Niguarda Ca’ Granda –
Milano – Italia
- Giannangelo Malagoli, psichiatra – Milano – Italia
- Teodoro Maranesi, consulente scientifico Ufficio Psichiatria – Comune di Milano - Italia
- Paolo Serra, Istituto Psicologia Generale – Scuola di Specializzazione in Psicologia Clinica – Università
di Siena – Italia
- Stefania Borghetti, psichiatra consulente Caritas Ambrosiana – Milano - Italia
- Silvia Landra - Responsabile Area Salute Mentale Caritas Ambrosiana – Milano - Italia
- Elena Van Westerhout, Assistente Sociale – Dipartimento Salute M entale Az.Osp. S.Gerardo -Monza
- Italia
- Ernesto Muggia - presidente UNASAM (Unione Nazionale Associazioni per la Salute Mentale) –
Milano - Italia
- Maddalena Filippetti – sociologa – Consorzio Farsi Prossimo – Milano - Italia
- Associazione Olinda – Milano – Italia
- Associazione Amicizia – Milano – Italia

Rubrica realizzata in collaborazione con

Associazione Laura Saiani Consolati - BRESCIA
http://www.psichiatriabrescia.it

COLLABORAZIONI

Poche sezioni della rivista più del NOTIZIARIO possono trarre vantaggio dalla collaborazione attiva dei lettori di POL.it. Vi invitiamo caldamente a farci pervenire notizie ed informazioni che riteneste utile diffondere o far conoscere agli altri lettori. Carlo Gozio che cura questa rubrica sarà lieto di inserire le notizie che gli farete pervenire via email.

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