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da IL CORRIERE DELLA SERA di sabato 18 maggio 2002

Sirchia: assistenza anche nei quartieri per arginare queste tragedie della follia
«Speriamo che spirito di emulazione e caldo non favoriscano il moltiplicarsi di questi fenomeni»

ROMA - «Oddio, ecco un’altra tragedia, speriamo che spirito di emulazione e caldo non favoriscano il moltiplicarsi di questi drammi», esclama il ministro della Salute Girolamo Sirchia dopo aver saputo che a Imola una madre con problemi psichici ha ucciso a coltellate la figlia di 7 anni e poi si è tolta la vita con lo stesso coltello. Erano stati proprio i fatti di Modena e Santa Caterina di Valfurva, una bimba annegata in lavatrice, a spingere Sirchia a convocare ieri con urgenza l’Osservatorio per la salute mentale, il gruppo di esperti appena nominati dal sottosegretario Antonio Guidi. Ed ora, un nuovo dramma su cui riflettere, frutto della follia.

Ai saggi del ministero, Sirchia ha proposto la creazione di sportelli di quartiere dove le famiglie possano trovare ascolto e aiuto. A gestirli potrebbero essere le associazioni e i volontari, in collegamento con i dipartimenti di salute mentale delle Asl. Si partirà con una sperimentazione. L’obiettivo è offrire, specie nel campo dell’assistenza domiciliare, un sostegno a chi non ne ha perché non sempre i servizi Asl, 8.000 unità di personale in meno in organico, funzionano bene: «So bene che fatti del genere sono sempre accaduti - risponde Sirchia a chi si mostra scettico -. Ma gli ultimi episodi devono far riflettere e condurci verso una migliore organizzazione territoriale. Il ritornello degli 8 mila in meno è un ritornello che non mi convince».
Gli sportelli si propongono come anelli di collegamento tra i dipartimenti di salute mentale e le famiglie. Raccoglieranno le segnalazioni per passarle ai centri specialistici. Antenne piazzate nei quartieri per monitorare il disagio causato da malattie o disturbi della psiche, dalla schizofrenia alla depressione passando per attacchi di panico, ansia e tutti i problemi che sconvolgono la mente. Secondo Sirchia in Germania e Usa il progetto ha funzionato. L’Osservatorio dovrà soppesarlo e indicare le vie per metterlo in pratica. «Un’iniziativa molto interessante - la giudica Mario Maj, presidente della Società italiana di psichiatria -. Molti pazienti hanno difficoltà ad accedere ai centri e la presenza di sportelli può favorire i primi contatti con i servizi. Non si parli però di rete alternativa o in competizione con le strutture di diagnosi e cura».
Ernesto Muggia, presidente di Unasam, che riunisce le associazioni per la salute mentale, fa una distinzione tra malattie gravi (1% della popolazione soffre di schizofrenia e psicosi) e curabili (depressione, panico, agorafobia e altro colpiscono il 10% della popolazione). Durante il lungo confronto dell’Osservatorio col ministro ha elencato i suoi dubbi sugli sportelli: «Una proposta debolissima, assistere psicologicamente un depresso non è come soccorrere una persona anziana in difficoltà, è un carico troppo pesante per i volontari. Ci vuole personale formato e l’Italia ne è sprovvista. Basti pensare che un terzo degli operatori dei dipartimenti di salute mentale non sono preparati». Per Muggia è più urgente colmare queste carenze.

mdebac@corriere.it

Margherita De Bac

Rubrica realizzata in collaborazione con

Associazione Laura Saiani Consolati - BRESCIA
http://www.psichiatriabrescia.it

COLLABORAZIONI

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