logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina
logo pagina


ISTAT 

Stili di vita e condizioni di salute, anno 2000

Ogni anno le indagini Multiscopo rilevano i comportamenti e gli aspetti più importanti della vita quotidiana delle famiglie italiane. Alle singole aree tematiche affrontate dai questionari vengono dedicati altrettanti volumi. Il campione comprende oltre 21.000 famiglie per un totale di più di 58.000 individui. Il volume Stili di vita e condizioni di salute, che viene presentato oggi, è una delle pubblicazioni relative all’indagine "Aspetti della vita quotidiana" svolta nel 2000, consultabile sul sito Internet www.istat.it.

Gli Italiani a tavola

L’indagine Istat presenta un quadro articolato delle abitudini alimentari degli italiani, che si stanno modificando in tutte le zone del paese: diminuisce negli anni il numero di coloro che fanno del pranzo il pasto principale (78,2% nel 1993, 69,9% nel 2000), mentre aumentano coloro che scelgono la cena come pasto principale (17,3% nel 1993, 22% nel 2000). Se da un lato si nota una decisa flessione dell’abitudine di pranzare a casa (84,5% nel 1993, 75% nel 2000), per la maggior parte degli italiani (69,9%) il pasto principale rimane comunque il pranzo, che viene consumato in casa nel 75% dei casi. Nelle grandi città si pranza in casa meno frequentemente (65,9%) e la cena è più spesso il pasto principale (34,8%).

Fare una colazione adeguata (in cui non si assume solo thè o caffè, ma si beve latte e/o si mangia qualcosa) è un’abitudine molto diffusa (74,9%), in particolare tra i bambini (circa il 90% dai 3 ai 10 anni) e gli anziani (81,2% dai 75 anni e più). A livello di ripartizioni si osserva una tendenza maggiore a fare una colazione adeguata nell’Italia centrale (79,6%) e minore nel Mezzogiorno (Sud 70%, Isole 71,6%), mentre il Nord si colloca in una posizione intermedia (Nord-Ovest 76%, Nord-Est 77,3%).

Il 14,6% degli italiani di 3 anni e più è solito dormire un po’ dopo pranzo tutti i giorni, il 19,4% lo fa qualche volta a settimana. Molti bambini da 3 a 5 anni interrompono la giornata con un sonnellino: il 34,3% lo fa tutti i giorni, il 22,8% qualche volta a settimana. Anche gli anziani dormono dopo pranzo più spesso degli altri (75 anni o più: 50,1% tutti i giorni, 19,6% qualche volta a settimana).

L’87,3% delle persone di 3 anni e più mangia pane, pasta o riso almeno una volta al giorno.

Il 69,2% delle persone di 3 anni e più mangia carni bovine almeno qualche volta alla settimana. Tale preferenza alimentare è più spiccata negli uomini (72%) che nelle donne (66,6%). Se rimane stabile la percentuale dei consumatori abituali (almeno una volta al giorno) di carne bovina, si registrano cambiamenti nella frequenza di uso da parte dei consumatori non abituali: aumenta la percentuale di chi dichiara di mangiarne meno di una volta a settimana (dal 19,3% nel 1999 al 21,7% nel 2000) o mai (dal 4,1% nel 1999 al 5,3% nel 2000). Rispetto al 1999 invece si nota una diminuzione del consumo almeno settimanale di carni rosse (dal 73,4% al 69,2%), mentre rimane invariato il consumo di carni d’altro tipo. La contrazione del consumo di carne rossa bovina può essere ricollegata alla scoperta di casi di encefalopatia spongiforme bovina in Italia negli ultimi mesi dell’anno 2000. Questo cambiamento nello stile alimentare delle famiglie italiane risulta anche confermato dal lieve aumento del consumo di pesce almeno una volta a settimana (dal 54,3% nel 1999 al 55,5% nel 2000), mentre non si registrano sensibili variazioni nella frequenza con cui si consumano i rimanenti alimenti.
Nell’arco di 5 anni è diminuita la percentuale di chi mangia frutta tutti i giorni (85,4% nel 1993, 76,8% nel 2000).
Il 60,2% delle persone di 3 anni e più beve latte almeno una volta al giorno. I bambini fino a 14 anni (3-5 anni 80,6%, 6-10 anni 78,6%, 11-14 anni 73,1%) e gli anziani (75 anni o più 66,8%) lo bevono più spesso. Il latte si beve di più nel Lazio (69,8%) e in Friuli-Venezia Giulia (66,7%); entra meno frequentemente nell’alimentazione quotidiana in Sicilia (53,5%) e Calabria (56,8%).
I grassi più usati per cuocere e condire sono l’olio d’oliva o altri di origine vegetale (93,4%). Queste abitudini sono più frequenti nell’Italia insulare (95,6%) e meridionale (95,2%), mente le regioni in cui se ne fa un minor uso sono la Valle d’Aosta (90,7%) e il Trentino-Alto Adige (91,2%).


Il vino

Beve vino almeno qualche volta l’anno il 57,1% delle persone di 14 anni e più, percentuale che si mantiene piuttosto stabile nel tempo (58% nel 1993), il 5,5% ne consuma più di mezzo litro al giorno.
Il consumo di vino è largamente più diffuso tra gli uomini (70,5%) che tra le donne (44,7%), soprattutto se si considera la quota di coloro che ne bevono quotidianamente oltre mezzo litro (9,8% contro il 2%) o un paio di bicchieri (34,1% contro il 16%). La fascia di età in è più diffusa l’abitudine a bere vino almeno qualche volta l’anno è quella tra 55 e 59 anni (82,4%) per gli uomini, per le donne quella tra 45 e 54 anni (54%).
Si beve più vino al Nord, in particolare nel Nord-est (61,4%) e nei piccoli centri (58,1%), mentre nelle Isole (48,1%), nel Meridione (52,8%) e nelle periferie dei grandi comuni (55,9%) se ne beve meno. Coloro che bevono almeno un paio di bicchieri di vino al giorno risiedono prevalentemente nelle Marche (32,7%), in Toscana (31,1%), in Umbria (29,3%), in Molise (28,5%), in Emilia Romagna (28,2%), in Piemonte (27,6%) ed in Valle d’Aosta (27,3%). Il 7,4% dei residenti nei piccoli comuni supera quotidianamente il mezzo litro di vino.

La birra

Dal 1993 è aumentata la percentuale dei consumatori di birra almeno una volta l’anno (da 42,6% al 47,5%): nel 2000 si tratta del 62,1% degli uomini e del 33,9% delle donne.
L’abitudine quotidiana è minima (5,4%). Prevale un consumo stagionale per gli adulti di 35-59 anni (circa il 20%) e occasionale per i giovani di 18-34 anni (più di un terzo).
Il consumo occasionale di birra è più diffuso nel Nord-Est (29,3%) ed è più comune nelle aree metropolitane (periferie: 27,9%) e nei comuni con oltre 50.000 abitanti (27,1%). La Sardegna ed il Trentino-Alto Adige si differenziano per un consumo quotidiano più frequente (11,4% e 8,9%).

Alcolici fuori pasto

Dal 1993 al 2000 aumenta il consumo di alcolici fuori pasto passando dal 20,9% al 23,3%, per gli uomini si passa dal 32,8% al 35,1% e per le donne da 9,8% a 12,4%; tale incremento riguarda soprattutto il Nord-est del paese (dove si passa dal 25,7% al 32,9%) ed i piccoli comuni (dal 25,6% al 29,7% per quelli con meno di 2.000 abitanti e dal 21,9% al 26,6% per quelli con popolazione compresa tra 2.001 e 10.000 abitanti. Il 70,5% di chi beve fuori pasto lo fa soltanto occasionalmente. Ordinando le regioni per abitudine a bere alcolici fuori pasto, Trentino-Alto Adige (43%) e Sicilia (14,1%) sono ai due estremi.
Tra gli alcolici fuori pasto gli italiani prediligono aperitivi e amari: il 28% di chi ha 14 anni o più beve almeno qualche volta l’anno aperitivi alcolici, il 30,2% amari e il 24,8% liquori. L’abitudine è molto più diffusa tra i maschi che tra le femmine (aperitivi alcolici: 40,1% maschi, 16,8% femmine; amari: 44,2% maschi, 17,1% femmine; liquori: 37,8% maschi, 12,6% femmine).

Il fumo

La percentuale di fumatori (24,1%) è lievemente diminuita rispetto al 1993 (25,4%). La diminuzione riguarda di più i fumatori maschi (35,1% nel 1993, 31,5% nel 2000), specialmente se residenti nel Nord-ovest (34,3% nel 1993, 29,5% nel 2000). Sono in leggero aumento le fumatrici (16,4% nel 1993, 17,2% nel 2000), che rimangono comunque meno numerose dei fumatori.
La classe di età in cui si fuma di più è per gli uomini quella tra i 25 e i 34 anni (39,1%), mentre per le donne è quella tra i 35 e 44 anni (27,7%). Oltre un quinto (21,3%) dei giovani (14-24 anni) fuma; questa percentuale sale al 23,2% per i coetanei che abitano nei centri metropolitani. La percentuale di giovani (14-24 anni) fumatori maschi diminuisce rispetto al 1999 (28,7% nel 1999, 26,4% nel 2000), mentre rimane stabile la percentuale di ragazze fumatrici della stessa fascia di età (16,1% nel 1999, 15,9% nel 2000). Nelle città metropolitane la percentuale di fumatori è più elevata (28,5%).
I fumatori più accaniti, in termini di numero di sigarette fumate al giorno, sono gli uomini (mediamente 16,3 sigarette al giorno contro le 11,9 delle donne).

ll consumo di farmaci

Il 32,7% della popolazione ha consumato farmaci nei due giorni precedenti l’intervista, percentuale sostanzialmente stabile rispetto agli anni precedenti. Le donne assumono farmaci in percentuale maggiore (37%) rispetto agli uomini (28,2%). L’uso di farmaci è più alto al Nord (34,9% Nord-ovest, 36,4% Nord-est) e al Centro (34,5%) e meno al Sud (27,7% al Meridione, 30,0% nelle Isole).
Quasi 9 volte su 10 chi prende medicine lo fa su prescrizione del medico di famiglia. L’8,2% li prende di iniziativa propria o dei genitori, in diminuzione rispetto al 1993 (10,1%).
Gli anziani (75 anni e più) fanno spesso uso di farmaci (77% nei due giorni precedenti l’intervista) e lo fanno quasi sempre su prescrizione medica (97,5%).
Meno di un quarto (22,6%) dei bambini al di sotto dei 6 anni ha fatto uso di farmaci nei due giorni precedenti l’intervista; con la crescita il consumo di farmaci si riduce (6-10 anni 12,3%, 11-14 anni 10,9%). Al crescere dell’età dei figli, aumenta la percentuale di genitori che sceglie i farmaci da somministrare loro (0-5 anni 7%, 6-10 anni 11,8%, 11-14 anni 19,0%).

Rubrica realizzata in collaborazione con

Associazione Laura Saiani Consolati - BRESCIA
http://www.psichiatriabrescia.it

COLLABORAZIONI

Poche sezioni della rivista più del NOTIZIARIO possono trarre vantaggio dalla collaborazione attiva dei lettori di POL.it. Vi invitiamo caldamente a farci pervenire notizie ed informazioni che riteneste utile diffondere o far conoscere agli altri lettori. Carlo Gozio che cura questa rubrica sarà lieto di inserire le notizie che gli farete pervenire via email.

Scrivi a Carlo Gozio
                                   
spazio bianco


RED CRAB DESIGN



spazio bianco


Priory lodge LTD