La terapia con metilfenidato (Ritalin) del disturbo d'attenzione (ADHA) nell'infanzia potrebbe ridurre il rischio di tossicodipendenza nell'adolescenza

HONOLULU,  30 ottobre (Reuters Health) -  I bambini con disturbi dell'attenzione con iperattività (ADHD) se trattati con uno stimolante come il metilfenidato (Rilanin) sembrano presentare un minor rischi di tossicodipendenza nell'adolescenza e in età adulta. E' il risultato di uno studio presentato dal dr Timothy Wilens al 48° Meeting Annuale dell'Accademia Americana di Psichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza tenutosi nelle Hawaii.
Il risultato  di questo studio smentisce l'opinione sostenuta da alcuni che ritengono che i bambini curati con psicostimolanti per l'ADHD siano invece più a rischio per abuso di sostanze. Alcuni modelli animali dimostrano infatti una certa tendenza ad acquisire comportamenti di dipendenza con la somministrazione di metilfenidato, ma non sempre le evidenze animali sono trasferibili agli umani.

Il dr Wilens, professore associato alla Harvard Medical School in Boston ha condotto una meta-analisi che ha interessato circa mille bambini: l'analisi dei dati ha dimostrato  che i bambini che erano stati trattati con psicostimolanti per ADHD presentavano nel corso dell'adolescenza e l'età adulta un rischio ridotto a metà per lo sviluppo di una tossicodipendenza.

Non è chiaro perché questo avvenga, e gli autori dello studio avvertono che sono necessari ulteriori studi.

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