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SEDUTA DEL 28 APRILE 1978

  • AVVIO DEI LAVORI
  • RELAZIONE ORSINI
  • INTERVENTO PANNELLA
  • APERTURA DISCUSSIONE
  • IL DIBATTITO CONTINUA/1
  • IL DIBATTITO CONTINUA/2
  • CONCLUSIONE SEDUTA
  • PRESIDENTE.: Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.

    PANNELLA.: Desidero premettere brevissime osservazioni sulle valutazioni del Presidente della Camera, che lei signor presidente ha richiamato all'inizio della seduta, e che si riferiscono alle nostre richieste di derogare ai limiti di tempo prescritti, secondo il sesto comma dell'articolo 39 del Regolamento, e di ampliamento della discussione secondo il terzo comma dell'articolo 83.
    In merito al primo punto desidero ribadire in questa sede, dopo averlo fatto questa notte e questa mattina in altra sede, che riteniamo profondamente immotivata, ma forse motivata solo politicamente, la conclusione del Presidente che contrasta totalmente con l'articolo 38 del Regolamento, in cui si dice in modo chiaro, inequivocabile e perentorio che i deputati hanno pieno accesso a tutte le fasi del processo formativo della volontà legislativa, sia che avvenga in sede referente, legislativa o redigente, salvo il diritto di voto.
    Ad uso, invece, delle esigenze ostruzionistiche della maggioranza sia rispetto alla riforma sanitaria che a tutte le altre cose che segnano il passo, in questi dieci giorni si stanno ledendo i diritti dei parlamentari e le prerogative della Camera, provocando molti più danni di quanti la maggioranza non abbia tentato di fare in questi !rent'anni. La nuova maggioranza sta stracciando i diritti dei parlamentari e non solo quelli della minoranza, di cui poco mi cale perché ritengo che i diritti dei parlamentari siano ancora più importanti.
    Questo comportamento è conseguente alla volontà di ottenere dal Parlamento in poche ore e contemporaneamente, utilizzando la sede legislativa, l'avallo ed il suggello del tutto formale dei gruppi parlamentari, prima ancora che dei parlamentari, secondo un'economia che non è quella del diritto positivo in ordine al modo di legiferare, ma quella di tutelare comunque gli interessi presunti della mag. gioranza a discapito della serietà del lavoro legislativo.
    Ciò premesso, mi dolgo di quello che lei ha detto in merito alla nostra richiesta di ampliamento della discussione generale, perché è vero che il quarto comma dell'articolo 83 del Regolamento stabilisce che le richieste di ampliamento della discussione sulle linee generali devono, di regola, essere formulate non meno di 24 ore prima dell'inizio della discussione, ma è altrettanto vero che la comunicazione di questa riunione è pervenuta ai gruppi al massimo Otto, nove ore prima del suo inizio. Pertanto, si tratta di meno di 24 ore. Ora, poiché non vengono computate le ore notturne, mi pare che sarebbe fiscale pretendere che i gruppi si trovassero pronti al momento della discussione. Ho detto questo per principio perché, non accogliendo l'invito rivolto dal relatore a tutti i commissari a dare un contributo alla redazione definitiva del disegno di legge, il nostro gruppo si limiterà a questo unico intervento più che altro per Spiegare i motivi per cui non ritiene di poter fornire una collaborazione seria in questa sede. Ha luogo in questi giorni un'aggressione al Parlamento, che gli impedisce di maturare le sue scelte seriamente. Il fatto che siano riunite contemporaneamente due Commissioni ilì sede legislativa, il fatto che la Commissione inquirente sia stata convocata per motivi tanto gravi, significa che tutti i gruppi che non abbiano almeno 60 componenti si trovano in gravissima difficoltà nel fornire quello che è loro richiesto.
    Venendo al mio intervento nella discussione generale, la prima considerazione che desidero fare è che il legislatore dovrebbe muoversi in un'ottica per cui ci si deve far carico di varare la più intellegibile delle leggi possibili, in modo che la sua laicità, la sua chiarezza siano rese percorribili al cittadino e non solo ai clerici del potere, sanltario, giuridico o ammistratlvo che sia.
    D'altra parte, per quanto la relazione a questo provvedìlnento si ingegni a vo-1cr affermare che l'origine di questa nostra attività è altra, è indubbio che essa nasce invece dall'iniziativa presa da 700 mila elettori italianl per incidere su norme che non sono affatto desuete, ma che continuano a prendere corpo ancora oggi, senza che in nessuna delle vostre forze politiche questo abbia mai suscitato grossa eìnozione, fino a quando il partito radicale non s'è fatto carico di mettere in piedi il referendum minacciando - perché di questo si tratta - la partecipazione popolare ad uno dei temi più importanti della vita di ogni giorno. Quindi, innanzi tutto, un ringraziamento va fatto, signor presidente, a questi 700 mila cittadini che ci consentono di fare ora questo lavoro. Ma se a costoro va dato un riconosci-mento, credo che dobbiamo anche sottolineare che prepariamo oggettivamente una truffa a noi stessi, prima ancora che a loro.
    Il metodo dello stralcio è un metodo sul quale c'è stato l'unanime consenso di tutti. Lo stralcio serve a realizzare pessi me iniziative; serve, secondo l'unanime fi losofia vostra, a ritardare i tempi della riforma di struttura che è necessaria per reaLizzare effettivamente quanto oggi stiamo esaminando. E voi siete gli stessi che hanno votato in aula contro il compimento dell'iter legislativo della riforma sanitaria. Quindi, mi sia consentito rilevare che quando nella relazione al provvedi-mento è detto che, al di fuori dell'attuazione della riforma sanltaria, tutto questo poggia sulla sabbia, in realtà si tratta di lacrime di coccodrillo anticipate.
    Ci si dice che dobbiamo legiferare di urgenza, in quanto potere e violenza continuano a prendere corpo in 50 mila donne e uomini: e, sensibili a questo, occorre sentire l'urgenza del problema e intervenire. Ma intervenite per non fare. Avete fatto ancora una volta una Sceneggiatura, non il disegno di legge. Aderite ad una sceneggiatura che manca'di fantasia e di rigore e, soprattutto - mi pare ancora più grave - avete concepito una situazione che disegna un mediocre processo kafliano nella parte che va dall'articolo 5 agli articoli 7 e 8. Avete creato la classica ripetlzione inconsapevole in termini antropologici di una situazione per la quale le cronache ci diranno poi quanti processi kafkiani salalmo vissuti da quei 50 mila che vivono oggi processi di violenza letale.
    Quello che fate non è umanitario t in atto un revivai di Beccaria e dell'uma-nitarismo, . del quale siamo lusingati. Ma quando dite che il presupposto della nforma sanitaria è questo stralcio, voi sapete che, in realtà, create il caos, create una situazione senza' punti di riferimento chiari; e vedremo poi come il linguaggio da sceneggiatura e non da diritto positivo è in rapporto necessario di causa ed effetto con questa vacatio.
    Non avete altra alternativa che quella di portare avanti la riforma sanitaria. Pure, fate ostruzionismo a qualsiasi riforma pur di impedire il r4erendum; quindi, fate ostruzionismo anche alla riforma sanitaria, perché vi date solo il tempo per impedire il fatto politico dei referendum. Voi state compiendo un atto di irresponsabi lità.
    Avete operato uno stralcio. Quando avete varato una legge di portata analoga - mi riferisco a quella sull'aborto - in termini di diritto positivo, avete notato il carattere sabbioso della terra sulla quale vi muovevate ed avete almeno tentato di trovare degli alibi, o di dimostrare la vostra buona volontà. In quel caso, avete stanziato delle cifre. Ma nel caso di questo provvedimento, nella relazione si dice che esiste non solo un problema relativo al servizio sanltario nazionale, un problema di strutture, ma che esiste anche un prnblema di disponibilità finanziarie, perché abbiamo deficit di migliaia di miliardi nel settore. E siete così con-vinti della lealtà vostra che non vi siete nemmeno fatti carico, come nel caso dell'aborto, di dire che è necessario stanziare tot miliardi. Non avete nemmeno compiuto questo gesto. Con quali mezzi allora andremo incontro alla riforma? E, così come i consultori, Strutture di aborto o di non aborto, nella gran parte dei casi non esistono - ma almeno si prevede il volontariato, mentre qui nemmeno questo - così parlate delle unità sanitarie locali, e sapete che state legiferando solo per impedfre il referendum, state legiferando solo perché il giorno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale quèsta legge entri in vigore.
    Consideriaino per un istante l'articolo I di questo disegno di legge. Ho già detto che non parteciperò ulteriormente alla discussione perché il nostro gruppo ha 4tenuto che ciò in parte non fosse pos. sibile per motivi di tempo, ma soprattutto perché non ce la siamo sentita di veder trattare i moltissimi emendamenti che questo provvedimento avrebbe richiesto come pretesti ostruzionistici. Io credo che
    i migliori emendamenti che il nostro gruppo ha proposto - spesso soltanto di pochissime parole, perché anche una sola parola può mutare il significato di un testo - siano nati non perché altrimenti ci avreste potuto accusare di essere interessati soltanto al referendum, ma perché si trattava di tentare la modifica di testi legislativi che a noi sono apparsi aberranti e pericolosamente distanti dai veri problemi.
    All'articolo I date subito dimostrazione del vostrò solito stile con la frase:
    «---nel rispetto della dignità della persona e dei diritti civili e politici garantiti dalla Costituzione. Succede anche qui quanto è successo per l'aborto: la donna è messa sotto processo, però sempre « nel rispetto della dignità della persona> ecc., ecc. Questo però potrebbe anche voler dire che in tutte le leggi, e sono la maggioranza, dove la suddetta precisazione manca, del rispetto della dignità della persona, eccetera, se ne può fare a meno. t così? Se non è così, vuol dire allora chà si tratta di una precisazione superflua.
    Passando all'articolo 2, se non avessi a disposizione solo 45 minuti e non avessimo deciso di sollevarvi dall'onere del contributo radicale all'elaborazione di questo testo, avremmo da dire molte co-se. Al secondo comma si dice che il ricovero ospedaliero può essere disposto so\ lo se esistano gravi alterazioni psichiche e condizioni e circostanze che lo giusti-fichino. Ci siamo, come per la legge per l'aborto. Si parla di « gravi alterazioni psichiche » come se i parametri fossero unici a livello scientifico. E poi, quali sono le condizioni e le circostanze che giustificano il ricovero? Per chiarire aggiungete « per la impossibilità di adottare idonee misure sanitarie di altra natura ». Ma allora le condizioni possono essere anche di tipo sociale e non più di tipo medico, ed in tal caso chi è che deve giudicare?
    Il medico, perché se il medico sa che esiste la struttura pubblica, ma la ritiene non buona perché conosce di persona il primario, quel medico avrà il dovere di ritenere opportuna l'adozione di idonee misure sanitarie di altra natura.
    In questo modo continuate a non dare indicazioni precise, anzi, cadete addirittura nel permissivismo come tutti gli autoritari quando decidono di essere liberali. Si tratta infatti di un'indicazione che non serve a nient'altro che ad evidenziare la conflittualità sociale le cui radici affondano in interessi di natura diversa.
    Passiamo all'articolo 3. I trattamenti sanitari obbligatori debbono essere accompagnati da una iniziativa: di che tipo ? Non si sa. E quello che soprattutto ci sorprende è che l'iniziativa deve essere volta a promuovere, il più rapidamente possibile, le condizioni per il consenso e per la partecipazione dell'infermo al trattamento. Mi fa paui;a francamente questo comma, lo raccomando alla vostra attenzione. « I trattamenti sanitari obbliga-tori devono essere accompagnati da ogni iniziativa volta a promuovere, il più rapidamente possibile, le condizioni per il consenso e per la partecipazione dell'in-fermo al trattamento ». E se sono economiche, se. sono sociali? Create i soldi? Create il lavoro? Perché non solo Basaglia, o il collega Orsini, ma tutti gli psichiatri riconoscono che anche questi elementi incidono nelle condizioni psichiche del diverso, dell'ineguale. Questo comma è quindi una proclamazione, e mi auguro che il relatore ci precisi non quello che si intendeva dire, ma come ritiene che possa venire inteso. Se promuovere il più rapidamente possibile le condizioni per il consenso dell'infermo significa smuovere le cause del disturbo, questo non può certo farlo rapidamente il trattamento sanitario obbligatorio. Come ha detto
    ilrelatore, le cause le conosciamo, sono più complesse, non sono quelle della scuola positivistica, ma sono altre, più concrete.
    Vi state muovendo secondo moduli identici a quelli della legge per l'aborto e otterrete risultati identici e avrete la mina vagante di una legge che aumenterà la conflittualità sociale e le frustrazioni giorno dopo giorno, ed esploderà contro di voi e lo Stato (forse ne facciamo parte anche noi oltre le brigate rosse!).
    E passiamo all'articolo 4. « Il provvedimento con il quale il sindaco dispone
    iltrattamento sanitario obbligatorio in regime di ricovero, corredato dalle certificazioni mediche indicate nell'ultimo comma dell'articolo 2 deve essere notificato, entro 48 ore dal ricovero, a mezzo di messo comunale al giudice tutelare nella cui circoscrizione rientra il comune ». Ed entriamo nel processo.

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